FALSE CREDENZE

FALSE CREDENZE

Le idee errate sulla malattia depressiva fanno male a chi ne soffre, spesso impedendogli di uscire allo scoperto, di parlarne senza timori e, soprattutto, di seguire le terapie necessarie senza vergognarsene.

Le idee errate sulla malattia depressiva fanno male a chi ne soffre, spesso impedendogli di uscire allo scoperto, di parlarne senza timori e, soprattutto, di seguire le terapie necessarie senza vergognarsene.

“È una questione di carattere, non esiste la depressione”

Ancora oggi sono in molti a credere che il calo del tono dell'umore, la sensazione di tristezza e di inutilità, la perdita della capacità di iniziativa, siano solo aspetti del carattere di una persona. Possono invece costituire veri e propri sintomi depressivi.

“I figli che crescono con un genitore depresso sono predestinati a soffrirne”

La depressione non è una malattia infettiva che si prende per contatto e neppure per osmosi. A volte, tuttavia, lo stato psicofisico di una persona depressa può ripercuotersi su chi gli sta accanto e sviluppare uno stato di profonda tristezza e senso di impotenza. Per questo, talvolta è necessario che l’aiuto venga esteso anche alle persone più vicine alla persona depressa, proponendo loro un ciclo di colloqui di sostegno psicologico.

“Il depresso deve essere ricoverato in un reparto psichiatrico”

La depressione nella maggior parte dei casi si cura con farmaci e psicoterapia senza la necessità di un ricovero. Questa eventualità si prospetta nei casi di forme gravi e resistenti ai trattamenti in atto o in caso di una ideazione o tentativo di suicidio.

“Non esiste la depressione post-partum, è la donna che non è in grado di crescere il figlio”

Provare un senso di inadeguatezza è considerato normale nei primi giorni dopo il parto, soprattutto quando si tratta del primo figlio. Bisogna invece considerare un intervento terapeutico se, a distanza di qualche settimana, la donna si rifiuta di accudire il neonato sostenendo di non essere in grado, oppure esprime il timore di fargli del male. Potrebbero essere infatti segnali di una depressione post-partum.

“Tutti gli anziani sono tristi, non c’è da preoccuparsi”

Può capitare un momento di tristezza, ma non è detto che questo sentimento debba essere necessariamente parte integrante della vita di un anziano. Quando accade, si può considerare uno stato depressivo, tra i problemi più frequenti e sottovalutati nell'anziano. Molti possono essere i fattori scatenanti, come alcune terapie farmacologiche, malattie che compromettono la qualità della vita, i lutti, il pensionamento, le modifiche negli schemi cognitivi, la solitudine, le preoccupazioni economiche.

“È l’adolescenza, i giovani non soffrono di depressione”

Gli adolescenti possono soffrire di Depressione Maggiore esattamente come gli adulti. Proprio questi casi andrebbero individuati tempestivamente e seguiti con grande attenzione perché nel loro caso è reale e maggiore il rischio di suicidio. Per questo è necessario uno stretto monitoraggio in caso di cambiamenti nel carattere e parlarne col medico di medicina generale, oppure col pediatra se si tratta di bambini.

“Chi dichiara di volersi suicidare non lo farà mai”

Le persone che commettono il suicidio, in due casi su tre esprimono l’intenzione di metterlo in atto. È fondamentale dunque fare attenzione a particolari frasi pronunciate o ad alcuni comportamenti poiché possono rappresentare dei segnali d’allarme, come dichiarare apertamente “ho intenzione di farla finita” oppure “magari fossi morto”, o ancora lanciare segnali indiretti come “a che serve vivere”, “presto non dovrai più preoccuparti di me”.

“Alla visita dallo psichiatra si va da soli”

Il coinvolgimento precoce dei familiari e dei caregiver è essenziale nel percorso di cura, sia per aumentare l’accuratezza delle valutazioni iniziali, sia per tarare e gestire meglio l’intero percorso terapeutico e riabilitativo e per monitorarne da più fonti gli esiti. Costruire una valida alleanza con familiari e caregiver, inoltre, pone le basi per migliorare l’adesione ai trattamenti, per monitorare segnali precoci di ricaduta e organizzare al meglio gli interventi nei casi di urgenza.

“Non serve a nulla correggere lo stile di vita”

Al contrario, seguire un’alimentazione ricca di verdura e di frutta fresca e di cereali integrali, come nella dieta mediterranea, e praticare un regolare movimento, facilitano l’aderenza alle terapie. Inoltre, aiutano a ritrovare una buona forma fisica, con un miglioramento del tono dell’umore e dell’approccio alla vita quotidiana.

Fonti

La salute mentale in Italia. Libro bianco 2019, Fondazione Onda. Franco Angeli Editore
Manuale di psichiatria, A. Rossi, M. Amore, B. Carpiniello, A. Fagiolini, G. Maina, A. Vita. Ed. Edra

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