Depressione e giovani: cosa è cambiato dopo un anno e mezzo di pandemia?

Depressione e giovani: cosa è cambiato dopo un anno e mezzo di pandemia?

I dati dell’indagine SIP – Società Italiana di Pediatria confermano la gravità della situazione: depressione al secondo posto della classifica delle malattie mentali con il più alto numero di ricoveri.

L’avvento dell’emergenza sanitaria, oltre ad aver impattato sulla vita e la salute fisica di milioni di persone, ha avuto una grande influenza anche sulla salute mentale, aspetto troppo spesso sottovalutato e ignorato. Le circostanze che ci siamo trovati ad affrontare hanno dato il via ad una serie di conseguenze sullo stato psicologico individuale che avranno probabilmente ripercussioni anche negli anni a venire. A subirne in modo particolare gli effetti sono stati i più giovani - privati di un periodo della vita e della crescita fondamentale per la loro evoluzione personale - in cui si è verificato un forte aumento della manifestazione di malattie mentali, fra cui la depressione, che non stenta a rallentare nemmeno a un anno e mezzo dall’inizio dell’emergenza.

La depressione giovanile è una delle forme di questa patologia maggiormente sottovalutate, in quanto è spesso associata alla complessità di questa fase di vita. In Italia sono circa 800mila i ragazzi che soffrono di depressione, dato aumentato pericolosamente a seguito dell’avvento della pandemia e tuttora preoccupante. In questo periodo, infatti, il numero di adolescenti con sintomi di ansia e depressione - aggressività e ira i maschi, chiusura e sottostima personale le femmine - ha registrato un aumento, ed è arrivata fino all’85%.

A causare un maggior impatto sui sintomi è stato sicuramente l’allontanamento dai propri coetanei. I giovani sono stati privati di alcuni degli ambienti più importanti per la loro crescita - la scuola, i corsi sportivi, i luoghi di svago e unione - e gli è stato impedito di vivere momenti e riti di passaggio cruciali. Oltre a riscontrare un aumento dei casi di depressione in questa fascia di età, risulta, inoltre, esserci una forte correlazione fra contrazione del virus e manifestazione di sintomi depressivi fra i minori: il 20% dei ragazzi che hanno avuto il coronavirus mostra infatti uno stato di ansia o depressione.

E il trend non accenna a fermarsi. A confermare la permanenza di questo stato di allarme fra i più giovani sono i dati dell’indagine della SIP – Società Italiana di Pediatria, in merito alla frequenza di ricovero dei minori per motivazioni neuropsichiatriche. Risulta, infatti, che fra il marzo 2020 e il marzo 2021 i ricoveri per problemi legati alla salute mentale di questa fascia d’età sono aumentati dell’84% rispetto al periodo pre-pandemia. La depressione è la patologia neuropsichiatrica al secondo posto per numero di ricoveri (+115%), superata dall’ideazione suicidaria che ha registrato un aumento del 147% degli accessi, e seguita dai disturbi della condotta alimentari (+78%).

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